Mare interno del Mar Mediterraneo orientale compreso fra l'Asia Minore, l'Isola
di Creta e la Grecia. Deve il suo nome al re ateniese Egeo
(V.). Tramite lo Stretto dei Dardanelli, il Mar di
Marmara e il Bosforo comunica col Mar Nero. La sua profondità massima
tocca i 2.467 m. Ha un alto grado di salinità (media del 38 per mille),
data la scarsa portata d'acqua dei fiumi che sfociano in esso e data la forte
evaporazione delle sue acque. I principali arcipelaghi del
M.E. sono le
Sporadi (V.) e le
Cicladi
(V.). Creta è l'isola che vanta la maggior
superficie. Florida la pesca delle sardine e delle spugne (queste ultime stanno
scomparendo). Atene, Smirne e Salonicco sono le principali città che
sorgono lungo le coste dell'
M.E. I principali fiumi tributari di questo
mare sono il Pinios, l'Axios, lo Strimon, il Nestos, il Gediz e il
Büyük Menderes. Il
M.E. è considerato la culla della
civiltà minoica ed ellenica. ║
Culture egeo-anatoliche: sono
le civiltà che fiorirono in tempi antichissimi nelle isole del
M.E. e nell'Anatolia, cioè in quella parte dell'Asia Minore che
coincide oggi con la Turchia. Tuttavia molti studiosi inseriscono fra esse anche
alcune culture dell'Asia Anteriore (Siria, Cilicia, Hacilar, ecc.) dove furono
rinvenuti reperti simili a quelli dell'area egeo-anatolica. Gli scavi
archeologici hanno portato alla luce manufatti del neolitico e dell'età
del bronzo nella zona di Troia e nella Cilicia; in quest'ultima regione hanno
grande importanza gli strati del neolitico che conservano ceramiche con
decorazioni simili a quelle geometriche della Mesopotamia ma che sono
sicuramente affini alle ceramiche tessaliche di Sesklo. Ceramiche monocrome e
ceramiche dipinte, molto simili a quelle di Mersin, vennero alla luce nella zona
di Hacilar, nota anche per le statuette femminili di argilla e le abitazioni a
pianta rettangolare. Pitture parietali furono scoperte presso Conia;
appartengono certamente al neolitico e rappresentano scene di caccia e danze.
Nel terzo millennio a.C. la lavorazione della ceramica nell'Egeo e nell'Anatolia
decadde notevolmente cedendo il passo ad una precoce metallurgia, specialmente
in Anatolia; nell'età del bronzo appaiono vasi di questa lega che
sostituiscono quelli di ceramica dipinta. Tuttavia la ceramica non scompare;
solo diventa una produzione di serie grazie anche alla scoperta della ruota da
vasaio già in uso nella civiltà di Ur. Negli scavi di Troia furono
rinvenute brocche ad alto becco e varie ceramiche elladiche del tipo invetriato
(ceramica a vernice primitiva: l'
Urfirniskeramik dei Tedeschi, tipica per
la superficie rosso-bruna assai brillante). Tali oggetti furono trovati negli
strati relativi a Troia I, Troia II, Troia III, Troia IV e Troia V; è
quindi logico supporre che essi risalgano dal III millennio fino agli inizi del
II millennio a.C. Di questo periodo sono le note abitazioni a
mégaron, formate da un locale rettangolare preceduto da un atrio;
è proprio questo tipo di abitazione che unisce lungo un filo ideale la
cultura anatolica, soprattutto, a quella elladica antica che pure presenta
città fortificate con la rocca del principe. Città di questo tipo
si trovano a Lesbo, a Lemmo, a Troia. In quest'ultima città fu anche
scoperto il famoso tesoro di Priamo (Troia II) contenente stupendi gioielli e
vasi preziosi, testimonianze di una raggiunta grande abilità nelle
relative lavorazioni. Sempre in Anatolia tesori di poco inferiori a quello di
Troia vennero alla luce a Horoztepe e ad Alaca- Huyuk. Oltre ai soliti oggetti
di fattura egeo-anatolica vennero qui trovati certi emblemi di animali sacri o
certe statuette che ricordano l'arte della zona caucasica. Nel II millennio
appare la ceramica "cappadocica" (scavi di Alishar e di Kultepe) decorata con
motivi a riquadri o a fasce. Tipica di Troia IV è la ceramica monocroma
miniata dalla superficie grigio scura a riflessi metallici; anch'essa denuncia
la derivazione elladica del periodo medio. Alla metà, circa,
dell'età del bronzo è attribuito il palazzo di Beycesultan che
ricorda, nei particolari, i famosi palazzi di Creta; è formato da una
lunga serie di locali ma, a differenza del palazzo minoico, non presenta il
cortile interno. Con l'avvenuta distruzione della Troia di Omero sono venute a
mancare le documentazioni relative al periodo che si congiunge al 1200 circa;
è stata l'epoca del passaggio dei "popoli del mare" verso l'Egitto,
passaggio che ha provocato un totale rivolgimento dell'area anatolica. Restano
tuttora da esplorare le zone occidentali di questa regione.